Tre casi di rebranding dalla nostra esperienza
Il rebranding è un’attività che richiede particolare attenzione. Per noi non è mai una questione meramente grafica. Spesso nasce da un bisogno di riposizionamento, ovvero quando si vuole ridefinire la percezione che i vari pubblici hanno rispetto alla marca, al fine di identificare una posizione competitiva sostenibile e differenziante. Altrettanto spesso interveniamo sul rebranding quando c’è un disallineamento tra proposition e comunicazione, o meglio quando come marca il “come sei è diverso da come parli”.
Alla base del nostro lavoro c’è sempre il concetto di sintesi, cercando di fare comprendere al nostro committente l’importanza di realizzare un segno che sia allo stesso tempo esplicativo e funzionale. Il processo non è mai soltanto creativo, o ispirato da un arbitrario gusto estetico, ma ogni gesto progettuale nasce da una concreta utilità e solo alla fine si trasforma in un elemento bello. Il risultato? Vediamolo insieme in tre casi esemplari della storia di CaruccieChiurazzi.
Le serrande di lusso di K- lock
K-lock produce grate blindate di sicurezza per abitazioni private e non solo, pensate per proteggere l’abitazione ma allo stesso tempo arredarla con stile. Un prodotto adatto alle ville ma anche abitazioni di lusso. L’esigenza che abbiamo accolto è stata quella di introdurre un concetto di design e di bellezza, su un prodotto che aveva un alto contenuto di sicurezza e si differenziava da altri per la sua capacità di adattamento a diversi stili di abitazione.
Le lettere del logo infatti rappresentano con armonia ed eleganza la rete di cui sono composte le loro serrande di sicurezza. Anche il colore rimanda al metallo attraverso la scelta del grigio alluminio. In questo caso abbiamo voluto accostare un elemento verbale per aiutare la comprensione, un aspetto fondamentale nel caso di aziende così specifiche. in fondo il payoff associato dice tutto: K-Lock, per chiudere in bellezza.
Fluidotecnicna Sanseverino: l’innovazione nella filtrazione delle acque
L’azienda Fluidotecnica Sanseverino ha inventato e brevettato un nuovo processo e uno strumento che separa meccanicamente l’acqua da sostanze inquinanti oleose come il petrolio e i combustibili. Un’innovazione tutta italiana, che non aveva degna rappresentazione nel marchio realizzato inizialmente.
Nel naming abbiamo scelto di mantenere il cognome dell’imprenditore, nonché inventore del sistema di depurazione, che allo stesso tempo dichiara una chiara appartenenza italiana. Il segno che abbiamo realizzato rappresenta la separazione delle sostanze liquide, la goccia dell’acqua in azzurro e quella di petrolio in verde.
La rilevazione del territorio secondo Planetek
Planetek propone soluzioni d’avanguardia nell’elaborazione di informazioni geo-localizzate rispetto a missioni scientifiche, esplorazione dell’universo, monitoraggio dell’ambiente e del territorio, open-government e smart cities. Con noi ha realizzato il suo terzo restyling. O forse potremmo dire che si tratti di un vero cambio di paradigma dell’offerta.
Il vecchio marchio in cui il soggetto principale era un satellite – rappresentato dalla forma di un volatile – ad indicare le soluzioni tecnologiche dell’azienda, non era più rappresentativo della proposition, che si fonda su una nuova competenza: non solo produrre tecnologia ma renderla accessibile di tutti. Planetek infatti raccoglie ed elabora una grande quantità di dati e grazie al design thinking li mette a disposizione in una esperienza d’uso facile e piacevole. Pur mantenendo il font Bodoni (del vecchio marchio, abbiamo rimosso il testo poco leggibile sullo sfondo e ideato un segno che può richiamare molteplici significati: dalla costellazione ai granelli di sabbia, ma soprattutto la grande quantità di dati che Planetek filtra. Il payoff che connota la proposition infatti è Simplifying the complexity of Space.