Oikonomìa, l’intreccio tra impresa e bellezza
“OIKONOMIA – circolazione monetale ed economia a Canosa di Puglia”, rappresenta un punto di completamento ad una serie di studi che il Centro Studi e Ricerche Museo dei Vescovi ha iniziato da circa un anno. Realizzare una serie di mostre, quale “Panis Cotidianus: Approvvigionamenti ed alimentazione nella Canosa antica” ed “Emporion: Produzione e commerci a Canusium” e, infine, “OIKONOMIA”, ha significato approfondire una serie di tematiche che non erano state sino ad ora esplorate del tutto, se non in maniera sciolta e sommaria.
Quando Farmalabor e il Club delle imprese per la cultura di Confindustria ci hanno invitato ad andare a vedere le collezioni canosine, ce ne siamo perdutamente innamorati ed è stata questa la ragione per cui siamo diventati partner di questa mostra che mette insieme ancora una volta impresa e cultura.
Cultura per noi è soprattutto progetto. Cultura del progetto. Per questo abbiamo sostenuto la mostra Oikonomia, occupandoci della cura generale del progetto di allestimento e della comunicazione. Oikonomia è una ambiziosa iniziativa per valorizzare i beni culturali del territorio canosino. Vasi e monete antiche sono i segni dell’intreccio tra fare impresa e bellezza. Farmalabor ha consentito di organizzare la mostra nel suo centro ricerca, che per l’occasione è stato riallestito ad hoc.
Canusium fu terra fertile di ubertosi vigneti, oliveti e culla di una civiltà artigianale di altissimo livello. Canosa fu vicina alle importanti città magno greche del grano, con cui commerciava in prodotti alimentari, ma anche aperta ai grandi commerci verso la Campania, la parte nord della costa adriatica, l’Illiria, la Grecia e la Spagna. Ognuna di queste terre offriva una vastità di prodotti preziosi, che le testimonianze archeologiche ci hanno restituito sia in contesti paleo genetici, che attraverso le forme dei contenitori che servivano a cucinarle, a contenerle e, infine, a distribuirle. Olio, vino e produzione laniera, rappresentavano solamente una parte dell’immenso patrimonio culturale restituito dalla tradizione commerciale locale, greca e latina, mista al grande uso di beni di lusso, tra cui balsami, ori e tessuti delicati. Le informazioni epigrafiche ci parlano di mercanti, agricoltori e soprattutto di proprietari terrieri, che anticipano le produzioni delle grandi masserie della prima metà dell’Ottocento.
>Una ricerca, quindi, che si allarga ben oltre l’aspetto archeologico, sintetizzato in reperti di indubbio valore e qualità, quasi tutti provenienti dalla Collezione privata del Museo dei Vescovi a Canosa. Un’indagine ad ampio raggio, che tende ad esplorare attraverso l’archeologia, la produzione locale, che diviene bene di scambio e commercio, indirizzato a classi sociali medio alte. L’analisi dei contesti produttivi nell’antichità locale, ci ha permesso di ricucire una fittissima rete di rapporti diretti fra la comunità di Canosa antica e civiltà sia indigene che di oltre costa, scoprendo delle similitudini eccezionali nei sistemi di vita, concezione funeraria e condivisione di beni. Tutto questo, se proiettato in un universo di evoluzione moderna, che riscopre il prodotto agricolo, ci proietta in una dimensione di apprendimento delle tecniche e produzioni dimenticate, in funzione di un sempre più auspicato congiungimento tra cultura, agricoltura, produzione ed evoluzione per l’economia della Canosa moderna. Proprio l’edificio del Centro studi Sergio Fontana, che ospita l’esposizione, è luogo simbolico di questo ricongiungimento. Un antico frantoio, di fine XIX secolo, completamente restaurato diventa un centro di preparazione ed estrazione per prodotti galenici e cosmetici, affacciato tra la natura millenaria di Canosa e proiettato nel progresso tecnologico.
I reperti archeologici presi in esame in questo studio e facenti parte della ricca collezione antiquaria del Museo dei Vescovi, se uniti alla Collezione numismatica Eredi Mancini, di proprietà della Fondazione Archeologica Canosina Onlus, sono simboli di un sistema economico antico, messo a confronto diretto con le realtà produttiva attuale.
Completa il percorso espositivo con il contributo di SEPI la ricostruzione digitale e la stampa 3D, che offre ai visitatori la possibilità di toccare con mano la raffinatezza delle incisioni monetali, ingrandite rispetto alle reali dimensioni. Un frammento prezioso del passato canosino rimane nelle tasche dei visitatori e proietta quella sapienza artigiana antica, quella vitalità imprenditoriale magnogreca e romana nei nuovi scenari tecnologici.
Questa mostra, vuole aprire gli orizzonti verso una maggiore consapevolezza di quanto nella nostra quotidianità, soprattutto quella legata alla manifattura moderna, ci siano almeno duemila anni di intatta ripetitività, che un’anfora o una semplice moneta possono narrare, se si supera il concetto di passato, e si guarda ad una prospettiva del divenire, tipica delle visioni di impresa. Farmalabor ha realizzato questa inziativa affinchè possa costituire stimolo per altre imprese del territorio a prendersi cura e valorizzare i beni culturali in special modo quelli canosini affermando che impresa e cultura sono fortemente connesse. CaruccieChiurazzi l’ha sostenuta con passione ed energia perchè è nel solco del nostro interesse verso il rapporto impresa e cultura.